lunedì 7 dicembre 2015

Sul denaro



Breve confronto con Andrea Berardinelli (mio amico e studioso attento di tematiche filosofiche) su un argomento delicato e spinoso come quello del "denaro", in seguito alla proposta finlandese del reddito di base.

MARCO PELLEGRINO

Ciao Andrea! Scusa ma cercare di trovare delle soluzioni rimanendo all'interno della logica del denaro significa rimanere in uno dei vortici dell'intermediazione posta sulla base del meccanismo padrone-servo (o ricco-povero). Se ci si rende conto che un'autentica organizzazione del sociale non può fondarsi su un meccanismo siffatto, ci si rende per ciò stesso conto che non v'è bisogno di alcuna intermediazione e quindi nemmeno di quella in cui consiste il denaro. 
Il reddito di cittadinanza (o di base) rientra in quella logica sbagliata, quindi è come voler scappare da una prigione per entrare in un'altra più spaziosa, ma sempre di prigione si tratta. Il denaro deve essere eliminato, come tutte le altre forme culturali e civili che fanno da "medio" tra chi padroneggia (senza essere sfruttato, e stiamo parlando di poche persone che sul Pianeta se ne occupano) e chi viene sfruttato.

ANDREA BERARDINELLI

Marco la tua soluzione è radicale, ma siamo in un mondo in cui per ottenere un cambiamento bisogna essere gradualisti, nel bene o nel male. Tutto deve partire dalla cultura, ma, anche qui, non sono ottimista.

MARCO PELLEGRINO

Capisco Andrea, ma bisogna che qualcuno incominci a scendere alla radice affinché tale gradualità sussista. Io le devo dire queste cose, dato che, da quanto mi risulta, le persone credono che una società senza denaro sia un'utopia, il che non è assolutamente vero, anzi... Se io, tu e, poniamo, dieci altre persone decidiamo di formare tra noi una società, si tratta di condividere dei progetti, non abbiamo bisogno del denaro, né della scuola così com'è gestita ancora oggi. Gli infermieri che fanno questo mestiere allo scopo di prendere lo stipendio non sono buoni infermieri, perché il loro scopo primario dovrebbe essere quello di amare ciò che fanno e cioè prendersi cura dell'ammalato. Gli insegnanti fanno lo stesso, ma potremmo estendere il discorso a qualsiasi altro tipo di lavoro. 
Basta lavorare affinché si ottenga il giusto scopo primario di un'azione. Il denaro ostacola, è una devianza pericolosissima. A scuola si manipolano le menti, a parte quei pochi che lo capiscono e tentano, spesso invano, di non cadere nella trappola. Lavorare per il denaro e acquistare per sopravvivere è una truffa bella e buona, perché, poiché il denaro crea differenze sociali condivise non da tutti, ci sarà sempre una parte della società che, pur volendo lavorare per sopravvivere, le verrà impedito di farlo non potendo quindi guadagnare quel denaro che serve per procurarsi i mezzi per andare avanti (l'equilibrio sociale è appunto ciò che i padroni del Pianeta non vogliono realizzare, altrimenti non potrebbero più padroneggiare). Non bisogna lavorare per guadagnare denaro, bisogna lavorare per avere il tempo necessario per riflettere e crescere spiritualmente (ciò che appunto viene impedito a scuola) conoscendo sé stessi condividendo la propria sapienza con gli altri.
Le persone non si avvedono che basta produrre qualcosa per sopravvivere, affinché si viva più in serenità con sé stessi e con gli altri. Non c'è bisogno del denaro in una società sana. Ci si mette d'accordo. E' perché non tutti son d'accordo su dei progetti, è per questo motivo essenziale che chi comanda ha bisogno dell'intermediazione tra cui il denaro. Vendere e comprare crea solo squilibrio e contrasti tra la gente. Se ci si mette d'accordo, tutti, ad esempio sul fatto che io necessito soltanto di una stanza per sopravvivere e star bene con me stesso, e tu invece necessiti di due case, nessuno poi potrà protestare, nessuno potrà rubare, anzi le porte di casa saranno aperte a tutti, e tutti saranno ospiti graditi. La concorrenza, interna al capitalismo, fallisce inevitabilmente, perché i concorrenti mirano all'oligopolio e infine al monopolio, e quindi al proprio compimento. La "crisi economica" c'è da sempre e non finirà sintantoché sarà fondata sul denaro. L'economia autentica si fonda invece sul dono. Io produco qualcosa e te ne faccio dono, e tu sei libero di accettare o meno il dono offerto. In una società dove i doni sono a disposizione di tutti, non v'è alcun bisogno di vendere e comprare: non solo non v'è bisogno del denaro, ma nemmeno del baratto.