giovedì 22 ottobre 2015

Sulla scuola



Il sistema scolastico è ancora il carcere più distruttivo. Anche se fosse istruttivo, rimarrebbe comunque un carcere, un'istruzione ai prigionieri. Istruire i prigionieri vuol dire rigorizzare un insegnamento fondato sull'errore essenziale, tenendo presente, tuttavia, che istruire è in ogni caso controproducente. Invitare è l'atto invece più florido e adeguato alla volontà pubblica di testimoniare ciò di cui nella scuola attuale non si immagina nemmeno l'esistenza, ovvero l'Amore autentico che già da sempre ci tiene uniti.
Nella scuola attuale, è anzitutto ciò che viene insegnato ad esser contraddittorio. Essendo contraddittorio, l'insegnamento attuale sbaglia anche il modo di insegnare, ossia il metodo. Obbligare ad andare a scuola è sempre dannoso. Obbligare è sempre dannoso. Come dannosi sono il voto, la promozione e la bocciatura. Educare l'allievo ad esser migliore degli altri è il principio stesso della guerra, della violenza più meschina e occulta. In un contesto scolastico malato come quello attuale, semmai dovrebbe essere bocciato l'insegnante che non sa insegnare nemmeno a mentire, dato che il sistema scolastico attuale è fondato sull'infingimento, sulla simulazione, sulla cortina, cioè sui codici attuali di relazione tra gli individui. Nella scuola attuale ci si prende gioco della vita delle persone, si impedisce loro di pensare, ragionare col proprio intelletto.
Eccezionalmente, nella scuola attuale permangono comunque coloro, tra allievi e insegnanti, che più o meno implicitamente son consapevoli dell'orrore che son costretti a diffondere e reclamizzare. Allievi e insegnanti per lo più consapevoli di navigare nell'oceano dell'errore, e tuttavia incapaci di reagire positivamente e con coraggio ribellandosi a questo scempio immane.
Ma andiamo verso il prevalere dell'autentica scuola pubblica. Nella scuola in cui è la sapienza autentica a prendere spicco come volontà di indicarla, a prevalere è il confronto, il puro dialogo dove i dialoganti non si danno del "lei" (una delle forme più insulse e insignificanti di non rispetto, dato che rispettare significa vedere anzitutto sé stessi nell'altrui coscienza, al di là delle pur necessarie differenze che ci caratterizzano), bensì scendono nel proprio abisso per donarlo all'altro. Il ruolo attivo dei dialoganti è la stessa volontà pubblica di designare la Filosofia autentica dell'essere, la verità del Tutto.