mercoledì 11 marzo 2020

PUBBLICAZIONE "Illudersi nello Sguardo degli eterni"


Titolo: Illudersi nello Sguardo degli eterni

Sottotitolo: Con una Drammaturgia d'Amore

Pagine: 612

Editore: Youcanprint

Data di uscita: marzo 2020





QUARTA DI COPERTINA

[A cura dell'amico Paolo Dova]

Et sic in infinitum, recita la scritta che perimetra il fluddiano quadrato nero  che campeggia sullo sfondo viola della copertina di Essenza del nichilismo. Una premessa dall’antico sapore iniziatico che, in quanto tale prevista ed argomentata fin dal 1996 da chi redige queste poche righe di quarta, ha di certo mantenuto fede a se stessa ed alla sua ‘ragion d’essere’. Sì, giacché, come ufficialmente attestato anche dal virgolettato dell’agenzia Ansa, pubblicato in occasione della recente dipartita di Emanuele Severino, varcata la soglia della morte, ci aspetterebbe già infinitamente di più della reincarnazione e persino della stessa resurrezione. Problema risolto, dunque. Almeno così parrebbe... 
Se non che un qualche ‘pellegrino’ viandante ha inteso fare, da ormai assai ‘sofferto’ tempo, tutte le teoretiche rigorose pulci al dichiarato suo maestro. Quali, vi chiederete? Beh, basta accorgersi che vi è un unico Soggetto che inconsciamente tutti siamo, il cui concreto reale ‘cammino’ procede dal primo istante di Sé, per giungere all’Ultimo ‘momento’ spazio/temporale che Tutto abbraccia e contiene. E, attenzione, dicasi “contiene” nel senso che, in tale inaudito ed assoluto sensus sui, nulla può, più o meno matematica-mente, ‘risultare’ esterno al Tutto ed alla sua finita inoltrepassabilità. 


INDICE







PREMESSA
[A cura di Marlon Minetti]

PREFAZIONE
[A cura di Paolo Dova]

PARTE PRIMA

Lo Sguardo sul compimento


CAPITOLO PRIMO

Prima e dopo la morte

1.       Cosa si mostra poco prima della morte effettiva
2.       L’Organismo: cosa vede dalla Prima alla Seconda Volta
3.       NDE, al di là dell’interpretare: cosa appare nella Coscienza
4.       Vedere il Tutto (con due postille relative all’Inizio e all’Ultimo)
5.       Esperire le «coscienze altrui», tra morte, Prima Volta e Ritorno
6.       Qualità/quantità delle vite individuali, verso la morte del Regno Umano
7.       Ancora sulla «preannunciazione», tra il «cadavere» e l’epilogo definitivo
8.       Lo svelamento di ciò che si credeva fosse «segreto»: la nostra destinazione

CAPITOLO SECONDO

Verità del segno e fittizio interpretare: ancora su Gesù ed Hegel

1.       Responsabilità e destino
2.       Il linguaggio autentico e quello sviante (etimologia, glottologia, ecc.)
3.       Sillogismo e significato veritativi: decifrare, ap-prendere l’in-segnare
4.       Hegel e Gesù, al di là dell’errare
5.       Ancora su Gesù; Messaggio e Giustizia
6.       Hegel, Cristo, morale kantiana e a-mors

CAPITOLO TERZO

Relazione tra i segni e il temporalizzarsi dello Sguardo infinito

1.       Negazione di un tracciato sinusoidale e la vera Memoria della Coscienza
2.       Molteplici «ciò attraverso cui» lo Sguardo si specchia
3.       Previsione/Annunzio e la Torre del Rimembrare
4.       Il vero pàthos e la Gioia infinita
5.       «Dar fondo» ai segni di Luce
6.       L’Esperienza è la stessa Logica, per cui il Tutto vive Sé stesso incarnandosi in tutte le sue parti

CAPITOLO QUARTO

Sogguardando il Ritorno, s’intravede la pianura del Silenzio

1.       Ogni istante è sempre illuminato
2.       Il Soggetto infinito ed il suo illudersi
3.       La Quiete come Fonte dell’Ovunque
4.       Sul Trono del Silenzio, «Tu» sei «Me»
5.       Ognuno è il Soggetto

CAPITOLO QUINTO

Sull’ordinamento delle incarnazioni del Tutto

1.       Padre, Madre e Figlio
2.       Genealogia e cronologia autentiche, sulla Giostra del destino

CAPITOLO SESTO

Autocontrollo e desiderio d’attesa

1.       Responsabilità e Giustizia nello Sguardo di Luce
2.       Un sentiero di prevalente dolore è necessario
3.       Tutti in Coro nell’Arco dell’Artista
4.       Sinfonia rassicurante nel Ritorno
5.       Destino ribelle e autocritico
6.       Cura e Guarigione/Prevenzione autentiche, nello spicco del Respiro silenzioso d’Amore

CAPITOLO SETTIMO

Intorno all’illudersi da parte della Coscienza

1.       La Coscienza e il suo illudersi di essere una parte isolata dalle altre
2.       Differenza tra la volontà finita e l’illusorio. [Illudersi di «mangiare»]
3.       La Coscienza e la Scala perfetta: oltre ed insieme alla parziale inconsapevolezza

CAPITOLO OTTAVO

Su alcune differenze tra il mio discorso e quello di Severino

1.       Il discorso di Severino sulla morte
2.       Modo diacronico della Sincronia

CAPITOLO NONO

Il senso dell’Amore

1.       Il Perché di ogni evento: l’eterno Disegno dell’Artista
2.       Lo Sguardo dell’Amor tragico

CAPITOLO DECIMO

Verso il Ritorno, al di là di ogni «volontà di fare»

1.       Volontà di «scegliere» e destino
2.       Sincronia e diacronia
3.       Intorno al senso delle «coscienze altrui»
4.       L’Osservatore si specchia come ogni «contenuto osservato»
5.       Il Ritorno come risalto di Piacere e Soluzione di tutti i problemi e dolori

CAPITOLO UNDICESIMO

Esperienze «extracorporee» e «sogni del sonno»

1.       Autentiche «esperienze fuori dall’ordinario» e Filosofia Orientale
2.       Sogni del «sonno» e sogni della «veglia»
3.       Dall’unica Materia Prima ai Regni Di Similarità Prevalente

CAPITOLO DODICESIMO

In cammino verso l’ultimo spettacolo all’infinito

1.       Il Riposo più intenso e colmo di Gioia
2.       Sul Passaggio centrale tra la Prima Volta e il Ritorno
3.       Verità e illusione


CAPITOLO TREDICESIMO

Illudersi da parte della verità

1.       Differenza tra il Ritorno e la Gloria (severiniana)
2.       Simultaneità e Ritorno: il vero ri-sorgere
3.       Libertà di Coscienza: tempesta di dolori, nella Quiete di gioie

CAPITOLO QUATTORDICESIMO

Il destino: oltre il voler fare

1.       Il vero senso di «Dio» e «Caso»
2.       La tentazione, il fare e il primo uomo

CAPITOLO QUINDICESIMO

Il Soggetto infinito e l’io individuale

1.       L’apparire e lo Spicco del Soggetto: cosa è il Vedere? e il soggetto umano?
2.       Chi siamo? Chi è a voler agire e sopravvivere? Ragionamento logico-discorsivo. Volontà di attesa e Decifrazione dei segni

CAPITOLO SEDICESIMO

Malattie attuali, in attesa della vera «salute»

1.       Devianze della società dominante: denaro, burocrazia, sistema scolastico e sanitario, mercato della droga e della prostituzione: i poteri decisionali e i «mandanti»
2.       Soddisfazione del bisogno
3.       Nel futuro prevalere del Tutto, la soddisfazione del bisogno non prende più spicco: i veri parametri dei «nutrienti»

CAPITOLO DICIASSETTESIMO

L’unica Materia Prima, l’erranza del Semplice e il Bene-male

1.       Unicità della Materia Prima e «Motore Immobile»
2.       Aporia e soluzione
3.       Illusione e onniscienza

CAPITOLO DICIOTTESIMO

Lo Sguardo, che traspare in Sé, si rispecchia illudendosi di guardare altro
1.       Il vero senso della metafora del «Proiettore» (o «Riflettore»): lo Sguardo su di Sé
2.       Incarnarsi è soffrire: le «immagini del film» dello Specchio
3.       La Luce è l’essente stesso
4.       Lo Sguardo è il Tutto: si oppone all’Incoscienza assoluta
5.       L’eternità è la stessa struttura totale del destino
6.       La Coscienza degli eterni, che brillano in un processo, consiste nell’autentica infinità: l’identità che, non essendo ulteriormente distinguibile, accerchia un numero finito di eterni diversi
7.       Illusorie differenze semantiche fra «tempo», «spazio», «parte», «finito», «durata», «distanza», ecc. La scala di Planck
8.       Lo Sguardo onnisciente è anche illuso di non esserlo: dal Primo al Secondo Tempo del «film»
9.       I linguaggi silenziosi come «fotogrammi» del Proiettore
10.    La compiutezza del punto di partenza e del punto d’arrivo dell’intero tracciato della Coscienza
11.    Lo Sguardo sincronico, apparendo in una diacronia, crede di esser altro

CAPITOLO DICIANNOVESIMO

Desiderio di «darsi da fare» e malvagità

1.       Contradizione del «voler fare (mangiare, nutrirsi, respirare, ecc.)»
2.       Il senso trascendentale del «male»



PARTE SECONDA

Lo Sguardo sul Cerchio degli eterni
CAPITOLO PRIMO

Sferica Luce e dialoghi con Paolo Dova

1.       Premessa
2.       Numero cardinale
3.       Il punto centrale (l’Inizio), fino alla volontà di attesa
4.       Ancora sul numero cardinale (includendo il Passaggio centrale)
5.       L’unica Scala finita del Cerchio
6.       La prima individuale volontà privata di potenza
7.       Distanza, distinzione, durata e numero finito dei punti del Cerchio
8.       I Regni Di Similarità Prevalente
9.       Verso il Ritorno
10.    Il (falso) problema del «Pi greco»
11.    Accorgersi di essere la Verticalità infinita
12.    ULTERIORI DELUCIDAZIONI (dalla vera «unità di misura» all’ultimo punto del Cerchio; Geometria e Trasparenza del destino)
13.    [APPENDICE (alla rappresentazione grafica del Cerchio): dialogo con Paolo Dova: Bene-male, H2O, NDE, reincarnazione
14.    [Altri dialoghi con Paolo Dova]

[Dialogo A: Intorno al senso della mistica]
[Dialogo B: Steiner-Scaligero, Hegel, Severino, Cacciari e Heidegger; Prima Volta e Ritorno]
[Dialogo C: Specchio infinito di colori e lontananza dal Ritorno]
[Dialogo D: Male, reincarnazione, ‘io’ che procede verso il Ritorno, Etica]
[Dialogo E: Configurazione del Ritorno]
[Dialogo F: I «sogni del sonno»; l’ultimo punto della Sfera infinita di Luce; Frank Tipler]
[Dialogo G: Teoria della relatività ed eternità dei tempi; fondazione della tesi del «Ritorno»; Sinsofia e Kratologia]
[Dialogo H: Attualità dell’ignoranza prevalente]
[Dialogo I: Hegel, il mio discorso e Scaligero; negazione dell’ipercono; necessità del «Cerchio»; l’Inizio-Ultimo; illudersi e contraddizione C; Massa ed Energia]
[Dialogo L: «Al di qua» e «al di là», Ritorno ed esperienze «extracorporee»]
[Dialogo M: ... storia della Verità e verità della Storia; Deleuze; immanenza e trascendenza; Jung]
[Dialogo N: Il «nascere», Brahman, l’Akasha, Hegel; ancora sul Ritorno]
[Dialogo O: Lo Sguardo infinito è l’assoluto hic et nunc]
[Dialogo P: Linguaggio e congruenza col destino; Steiner e reincarnazione]
[Dialogo Q: Sul Compimento all'infinito, tra il mio discorso e quello di Severino

CAPITOLO SECONDO

Altri dialoghi

1.       Dialogo con Federica: il dolore, la morte, la Prima Volta, verso il Ritorno
2.       Dialoghi con Marlon Minetti

[Dialogo A: Severino, contraddizione C e mancati confronti]
[Dialogo B: Ancora sul rapporto tra il mio discorso e quello di Severino]
[Dialogo C: Malanga e Filosofia]
[Dialogo D: Raffaele Riefoli, Nicoletta Cusano, autentico «apparire infinito» e psiche]
[Dialogo E:  Regni di similarità prevalente, NDE, senso dell’Ultimo]
[Dialogo F: Come vivere il mio discorso, significato del «Ritorno»]
Di Marlon Minetti:

-          Canto dell’Amore nascente
-          Canto del Dubbio speranzoso
-          Tramonto
-          Il Canto della Bellezza

3.       Una replica all’amico Ermanno Vergani: Cerchio infinito e numerabilità dei cerchi finiti di Coscienza



PARTE TERZA

Lo Sguardo sull’«“io” e “te”»

CAPITOLO PRIMO

Drammaturgia d’Amore

1.       Primo cerchio

[Prima serie di tracce...] Ripresa
[Seconda serie di tracce...] Un’iride vibrante, senza posa, trabocca in mare
[Terza serie di tracce...] Terre d’Oceano (o di Pioggia)
[Quarta serie di tracce...] L’ascolto che non avver«ti»

2.       Anticipazione del secondo cerchio di tracce...
3.       Secondo cerchio

[Prima serie di tracce...] Squilibrio costante di una trama
[Seconda serie di tracce...] ‘Vita persuasa’ (quale?) che il «tu» sia tu, mentre «io» assisto, col «tuo» sguardo, alla Mostra
[Terza serie di tracce...] Il Ventaglio, «tu», di esclusivi intrecci fra di «noi», in lettere d’annuncio

4.       Terzo cerchio

[Prima serie di tracce...] ... «io», che ‘brillanto’ vive foto-grafie in racconto di «te»; e «noi», che in ‘familiari’ «apnee» notturne ammiriamo fioccare, con ‘occhieggiante’ ansietà, aurore e tramonti ‘pre-sentiti’, in radiosi anelli di corallo
[Seconda serie di tracce...] Stanze piene di «te», con case e paesaggi di vetro che «mi» avvicinano al «nostro» Segreto di realtà

5.       Quarto cerchio

[Prima serie di tracce...] ... «ti» abbraccio nelle «mie» spire allacciate
[Seconda serie di tracce...] Tuffo nel passato: l’inizio della «nostra» libera e fiabesca Verità

6.       Quinto cerchio

[Prima serie di tracce...] Desiderio d’eccezione
[Seconda serie di tracce...] Il Menestrello chiama, a corte principesca di destino, l’unica celestiale ed estatica Maliarda

7.       Sesto cerchio

[Unica serie di tracce...]
Un corpo d’aria
Ad un soffio da noi
Sei tu

8.       Settimo cerchio

[Prima serie di tracce...] La Farfalla sulle ali del Falco
[Seconda serie di tracce...] Come radici, «ci» apprestiamo nel buio di ‘silenzi’, per fiorire alla luce di ‘respiri’

9.       Ottavo cerchio

[Prima serie di tracce...] Sublime Chiarità dell’«“io” e “te”»
[Seconda serie di tracce...] L’incontro fra di «noi» è una giostra

10.    Nono cerchio

[Prima serie di tracce...] Ombre d’Immenso
[Seconda serie di tracce...] Poetare è amare

11.    Decimo cerchio

[Prima serie di tracce...] Il fermo tocco del dolore
[Seconda serie di tracce...] I «nostri» sogni

12.    Undicesimo cerchio

[Prima serie di tracce...] Filosofo è Colui che...
[Seconda serie di tracce...] Queste poesie, «io» e «te»

13.    Dodicesimo cerchio

[Prima serie di tracce...] Bufera di neve
[Seconda serie di tracce...] ... «tu», nel Regno di Fantasia

14.    Tredicesimo cerchio

[Prima serie di tracce...] Raggi di un’unica Stella
[Seconda serie di tracce...] ... «io» e «te», nel ‘mentre’ e nelle membra dell’infinito

CAPITOLO SECONDO

Altre due poesie filosofiche

1.       Tracce di cefalea: Tormento
2.       Primo cerchio

[Della nuova serie di tracce...] «Anelli» di Magia






PREMESSA

[A cura dell’amico Marlon Minetti – autodidatta di Filosofia]




Ai lettori che si avvicinano al complesso corpus dell’opera pellegriniana non si può fare a meno di rammentare loro una cronologia temporale che li possa brevemente inquadrare e riassumere: dopo essersi scontrato polemicamente (perché solo la polemica filosofica è la vera pars costruens che il filosofare richiede in sé stesso) contro la sterminata produzione filosofica di Emanuele Severino, Pellegrino si è accorto subito degli errori di fondo sin da La struttura originaria del grande filosofo bresciano da poco venuto a mancare.
Sin da La struttura concreta dell’infinito (2011) Pellegrino affronta l’antica questione inerente all’Essere e al Nulla (da sempre il topos essenziale di qualsiasi discorso filosofico e quindi anche delle sue varie ramificazioni quali la tecnica, la religione, la scienza, la politica, l’arte ecc.), dimostrando l’infondatezza della laboriosa ‘struttura originaria’ severiniana intorno alla differenza ontologica: la Verità non è una dialettica fra Essere e Non-Essere di derivazione aristotelica intorno al significato di èlenchos, bensì un mostrarsi che non richiede differenziazione alcuna: da qui decade come un castello di carte la cosiddetta «contraddizione C» del filosofo bresciano.
L’eternità è cioè, in verità, un hic et nunc che consiste in tutto ciò che vediamo processualmente: fin da subito Pellegrino mostra il legame identitario tra l’essente, l’esistere e l’apparire: non v’è distinzione alcuna fra logica e fenomenologia: tutto appare accerchiando sé stesso come parzialmente incompiuto e il Nulla non è nient’altro che l’Essere stesso come negato in maniera assoluta e quindi necessariamente affermato in quanto parte interna di Sé e negazione assoluta del Tutto.
Il nichilismo risulta essere l’erronea visione del mondo come realtà: l’ente non è il passaggio fra l’Essere momentaneo ed il Nulla assoluto bensì è il divenire stesso rispetto all’eternità del cangiante: la realtà è l’identità concreta del Tutto stesso.
Nell’opera intitolata Del tragico Amore (2012) si inizia ad esplicare il percorso finito del Tutto: dalla «Prima Volta» al «Ritorno» fino alla compiutezza della parte dell’Ultimo (interna allo stesso Ritorno). L’«Inizio» di tale percorso è dominato dalla Prima Volta cioè dalla prevalenza dell’illudersi di non essere il Soggetto infinito del Tutto: dall’unica «Materia Prima» si procede verso quelli che l’Autore chiama i «Regni Di Similarità Prevalente» (ad es. Regno Minerale, Vegetale, Animale, Umano, Planetario, Galattico, ecc.). Una volta (la «Prima», appunto) che l’Organismo (lo Sguardo, il Soggetto, l’Essere e termini semanticamente identici) vive tutte le vite incarnandosi in esse una dopo l’altra, è destinato a ri-viverle re-incarnandosi (o ri-sorgendo) una Seconda Volta, nel «Ritorno», appunto. (Con le successive opere Le Materie Prime della coscienzaMatematica dello Spirito e Silenzi e respiri del destino – includente un’ampia autobiografia –, si va esplicitando ciò che nelle prime due opere rimane implicito; lo stesso vien fatto con questo ultimo saggio dell’Autore).




PREFAZIONE

[A cura dell'amico Paolo Dova]


Che cosa poter dire nel confrontarsi con l’assoluta veritativa teoresi, ‘incarnata’ dal pur ancora ‘provvisorio’ argomentare di Marco Pellegrino? Come poter ritradurre, in modo fruibile ai ‘profani’, assunti che forzano l’eternità stessa del Tutto al suo ‘divino’ ed iperbolico totale manifestarsi a Sé attraverso ogni sua parte? E come poter altresì accettare che l’Infinito debba, di sua stessa imprescindibile Necessità, poter essere solo via via finitamente manifesto, proprio e soltanto così come appare in qualsivoglia sua forma, fino ad accorgersi, alla fine, di essere sempre e solo Lui ad essersi illuso di esser soltanto le sue stesse parti? Ma poi a chi, in tale inaudito ultra-logico Senso, il Tutto veramente appare, se non solo a «Sé» stesso? Questa, in estrema sintesi, la topica pellegriniana che, a partire da La struttura concreta dell’infinito, snodandosi attraverso i testi successivi, parrebbe essere la più ‘piena’ e ‘completa’ espressione di una cosmosofica Trinità riveduta e corretta, nella e della quale ogni minimo ente/istante non nega  nichilisticamente sé stesso, bensì è destinato, invero fin dal suo primissimo respiro, a ri-conoscersi come il suo stesso essere il medesimo ed unico Soggetto universale. Ancora, ci chiediamo, in un tale assoluto automanifestantesi concreto di-scorrere, dove 'sta' il singolo fenomeno che ‘in-forma’ sé stesso, cancellando ogni più essenziale distinzione fra parola e cosa, riusciamo davvero e fino in fondo, a mantenerci fedeli alla rigorosa logica formale dalla quale siamo partiti? Riusciamo cioè, con completa cognizione di ‘causa’, a gestire ogni possibile contraddizione del Primo Principio che, in quanto tale, non vuole e, addirittura, non può assolutamente contra-dirsi? L’eterno Adesso che, già da sempre deve Tutto sapere e contenere, come ‘concilia’ quel suo stesso E/essere – di nome e di ‘fatto’ – totale ed ‘attuale’, con la tragica vicenda temporale del suo, ancorché solo illusorio, rivelarsi via via come parte, fino al suo più esaustivo e cosciente Ritorno a Sé? Non rimane forse un qualche infinitesimo ed impercettibile scarto concettuale che non consente di (s)piegare ogni spazio/tempo, che si vuole in qualche misura determinato, con un criterio che deve fra l’altro intendere il ‘vecchio’ Punto adimensionale come più ‘reale’ estensione al Tutto? Quale criterio di realtà/razionalità dobbiamo adottare per muoverci in questo assoluto labirinto? E, a quel ‘punto’ quale assoluta Coscienza di Sé ci e si parla col suo Silenzio? Il Tutto si finisce dunque a sapere mercé un muto ed opaco sentire totale o quell’assoluto sapere ‘finale’, per davvero veramente tutto sapersi, deve contenere in Uno l’intero (in)numerabile discorrere finito del suo essere Infinito? Ma sopra-tutto, ancora una volta sforzandoci di capire fino in fondo, come possiamo accettarne la sostanziale indifferenza fra Bene e Male che, fino all’Ultimototalmente giustifica, quale inconscia illusoria parte, ogni sua peggiore aberrazione, nonostante quella stessa ‘platonica’ distinzione essenziale sia già da sempre palesemente presente durante tutto il tragico ‘amorevole’ percorso della cosiddetta Prima Volta? In attesa di confrontarci serratamente con questa nuova fatica dell’Autore, lasciamo doverosamente al lettore più attento ogni sua autonoma valutazione.

lunedì 9 marzo 2020

In attesa di...


In attesa della pubblicazione del saggio Illudersi nello Sguardo degli eterni - Con una Drammaturgia d'Amore, si anticipi, qui, il prolungamento di tale Drammaturgia. 
Una prosecuzione già iniziata con "Anelli" di Magia, pubblicata al termine di quel saggio e che dopo la pubblicazione dello stesso verrà esposta qui sul blog.
La nuova serie di tracce poetico-filosofiche, in cui tale prosecuzione consiste, fornisce al lettore una ben più ampia visione del Senso cui si rivolgono i miei scritti.
Non rinnegando alcunché della prima totale serie di segni..., dunque, si continuerà a tracciare i versi poetici che altro non indicano che la stessa Filosofia autentica di Sé, cioè dello Sguardo di o su Sé stessa, sin dall'eternità e per sempre, con l'ultimo istante del "processo universale" (Prima-Volta/Ritorno). 
Un sempre più ricco cielo di rose bianche verrà a stagliarsi via via su questo blog. Le filosofiche poesie, oltre alle 28 della prima serie totale già pubblicata (ed oltre a Tormento, quest'ultima poesia essendo dedicata prevalentemente a me stesso, a"Marco"), saranno 33.

Un abbraccio autentico a chi autenticamente coglie e decifra i miei scritti. Ed un abbraccio autentico anche agli altri, agli spettacoli sempre accesi dell'Organismo infinito che ogni coscienza è nell'unico Sfondo di proiezioni in cui l'Io del Tutto si specchia da sempre e, da ultimo, perdurando all'infinito, accerchiando da sempre tutti i "punti" che precedono l'Ultimo.

A parlare, ora, è l'Ultimo, dall'Inizio degli eterni tempi dello Sguardo assoluto che tutti siamo.

venerdì 6 settembre 2019

Anticipazione del secondo cerchio di tracce...




ANTICIPAZIONE DEL SECONDO CERCHIO DI TRACCE...


Venga anticipato, qui – in attesa che il nuovo cerchio di tracce filosofico-poetiche si stagli nella Luce –, che la per lo più latente decifrazione esatta (o senso unitario) del primo cerchio di segni – sopraggiunti via via negli ultimi giorni –, la si può in qualche modo scorgere, per chi sappia delineare le sembianze del suo volto concreto, attraverso gli stessi «titoli» delle filosofiche poesie fin d’ora affiorate: andando a ritroso, volgendo lo sguardo all’indietro, si procede da L’ascolto che non avver«ti» (http://marcopellegrino.blogspot.com/2019/05/poesia-che-chiude-un-primo-cerchio-di.html), passando per Terre d’Oceano (o di Pioggia) (http://marcopellegrino.blogspot.com/2019/05/terre-doceano-o-di-pioggia.html) e Un’iride vibrante, senza posa, trabocca in mare (http://marcopellegrino.blogspot.com/2019/04/uniride-vibrante-senza-posa-trabocca-in.html), verso Ripresa (http://marcopellegrino.blogspot.com/2019/04/ripresa.html).

La sequenza delle stesse filosofiche poesie (nel loro senso che è autenticamente sia «retrospettivo» che «escatologico») non è per nulla «accidentale» o «contingente» (nulla è «casuale»). Segue cioè un laborioso percorso di «de-stino» (il «de» è l’ispessimento rafforzativo-accrescitivo dello «stino», ossia del fermarSi o in-evitabile trattenerSi, già da sempre in eterno, nella Casa in cui abita lo Sguardo onniaccerchiante che è lo Stesso in «ognuno», per Ognuno di Noi). Un necessario tracciato (un in-segnamento) di peripezie che conduce, sin dall’eternità e all’infinito (Una Sola Volta Eterna), dalla Prima Volta al Ritorno, destinando all’ap-prendimento eterno, dunque, dell’eterno in-segnamento ricevuto di necessità.

Ripresa, che apre il primo cerchio di tracce – ma che, in Fondo, è l’ultimo segno decifrando il quale ci si «spiega» il Perché delle poesie che, andando «a ritroso» (cioè guardandosi alle spalle, rimembrando il proprio passato), precedono dunque una siffatta filosofica poesia –, fornisce all’attento lettore la chiave di Apertura che – passando per le porte che, in «lungimirante» senso, procedono da Un’iride vibrante, senza posa, trabocca in mare Terre d’Oceano (o di Pioggia) verso L’ascolto che non avver«ti» –, è pertanto la costellazione di colori il cui Luogo è il «punto d’arrivo» a cui è destino che pervenga quell’«iride» che, nel proprio «punto di partenza» e nei seguenti «tratti intermedi», non «avver“te”» l’«ascolto» di quel «mare» in cui essa, proprio perché «vibrante» e «senza posa», «trabocca». Giungendo in un siffatto «punto d’arrivo», tuttavia, codesta «iride» non viene «abbandonata» o lasciata in «personale solitudine» spaesante, altrimenti non sarebbe in (o non verrebbe) «Ripresa». Una, la Sola, Sovrana e Gioiosa Solitudine è dunque l’(eterno) Atteso di cui tale «iride» è in eterna attesa: è cioè, tale inviolabile Solitudine, in autentica Compagnia (il «Noi») di quell’«Io» (non casualmente con la «maiuscola») che, in «Ripresa», si specchia ormai in quel «Tu», nella medesima ed unica «Ripresa», della cui Identità con Esso quell’«Io» (il medesimo «Tu», dunque) si accorge.

Ma è appunto attraversando quell’estenuante, snervantesfibrante  sentiero che l’autentico «“io” e “te”» (con l’altrettanto non casuale «minuscola»), come «terre» di «mare» il cui esser l’«ascolto» quell’«iride vibrante, senza posa» non «avver“te”» (un «mare» nel quale essa cioè il «tu» e non l’«io» – entrambi con la «minuscola» –, dunque, «trabocca»), perviene già da sempre a quel non così tanto «metaforico» «Oceano» (o «Pioggia») a cui quel «Noi» (l’«"Io" e "Te"») è identico e il cui Spicco splende nella rispettiva «Ripresa». (L’«“io” e “te”» non è relativo, cioè, soltanto al suo senso «individuale» – che tuttavia brilla nelle rispettive poesie dopo quella in cui Ripresa consiste –, ma, in Primo Luogo per lo più ancora latente, al suo senso «assoluto» in virtù del quale il «Noi» può ed è necessario che sia tale nella propria destinazione a lampeggiare in «Ripresa»).

Il secondo cerchio di tracce, destinato a farsi innanzi, intende dunque designare, con più esplicita Trasparenza, il Significato di Fondo che nel primo cerchio tende a rimanere nell’ombra dell’implicito inconscio del lettore.

(Si renda noto, inoltre, che non esiste, in Verità, una «poesia» che sia «non-filosofica», nel senso autentico della Filosofia quale Coscienza stessa del Tutto che tutti siamo da sempre; ed esistendo, tuttavia, «filosofie» più/meno «poetiche» di altre, in quanto la vera Poesia è il Ricettacolo che accoglie in sé il dono eterno della Filosofia che, dunque, accerchia Sé stessa nella modalità di un Ricettacolo siffatto).

Drammaturgia d'Amore




Si annuncia che prossimamente verrà pubblicata una storia d'Amor tragico, una drammaturgia d'Amore (composta da tredici cerchi di tracce filosofico-poetiche), che nel lampeggiare del "dramma" volge lo Sguardo verso un Lieto Fine perdurante all'infinito, che per ora rimane per lo più nella penombra, inatteso ma destinato a stagliarsi nella Luce che Ognuno di Noi è. La Soluzione di ogni Problema è dietro l'angolo. Basta compiere qualche passo e sogguardarla da lontano per coglierne l'Essenza che per lo più rimane ancora inconscia.
Tale tragedia d'Amore non intende essere un rivolgersi ad un unico "Noi" particolare, ma al "Noi" che Ognuno è nel Fondo di Fonte sempr'accesa, nel Fondo del Profondo che in Ognuno è Lo Stesso, unico.
In altre parole, la specificità del "Noi" è relativa alla sua Essenza che, appunto, si specifica, si individua in un certo "Noi", irripetibile, diverso da ognuno degli altri ma che, da ultimo, è identico in Ognuno.

domenica 1 settembre 2019

Il vero senso dell'Amore


"L'Amore è, e niente di quello che dite può farlo sparire, perché è il motivo per cui siamo qui, è la vetta più alta, e una volta che l'hai scalata e guardi gli altri da lassù, ci rimani per sempre, perché se ti muovi, allora, cadi... cadi!"

https://www.youtube.com/watch?v=cpDd0wIQbbQ