Estratto delle "Poesie del tormento nei cerchi di Luce"
Bianchezza
d’incontri di pianto
Sopra(g)-giunge al
buio...
La «nostra» favola
Alle tre di notte
In soggiorno...
In salotto ed in
cucina.
È quasi l’alba
E una timida
luce...
Chiedendo a
finestre e persiane...
Di potersi
accomodare
Viene accolta
Ancora una volta
Mentre l’azzurro
del cielo...
Senza nuvole
Si rivolge a «te», dentro
«me».
Ma quella favola...
Ha scagliato e
continua...
A lanciare fulmini
Una spinta, una
stoccata
Ed «io»...
Che «mi» immergo in
acque d’affanno
Perseverando ed
intestar«mi»
Quando «tu» sei
assente
Arcuando il
sempr’acceso bersaglio
Ri-tornando, laddove
con fermezza...
... «mi» guardi, e
«tu», guardando«mi»...
Decifri «te»
stesso...
Guardi «me» che
guardo «me» in «te» che sei «me».
Quali luoghi,
paesi...
Avremmo
attraversato
Pensando in
dirimente modo
Che fra «me» e
«te»...
S’intrappone uno
scoglio...
Troppo grande da
evitare?
Ma in un lontano
‘domani’...
Assisteremo
all’avvicendarsi...
Di «nostri»
incontri di trattenuto pianto
Sotto una fitta «Pioggia»...
Che, in «Ripresa»,
bagna mitemente
Caldeggiando ogni
goccia.
Una scacchiera di
vetro...
... «ti» regalai
con ‘forza’
Fra quelle
‘quattro’ mura
E piccoli ‘strali’
dipinti
Nel parco giochi di
fantasia
Dove «tu» sei la
‘dama’
Rimasta nel
cassetto dei rimorsi
Un cassetto
carteggiato...
Ma pronto a rifarsi
innanzi...
Nella fiera di quel
parco.
Una fortezza da
troncare...
Con un bacio...
Nell’attesa...
Di sempre più alte
virtù
Avendo cura di
quest’avventura
Sfiorando
l’accorgimento...
Che, con ferma
Verità...
Dona l’«ascolto»...
Che sin dall’Inizio
dei tempi...
Entra nelle «tue»
stanze più inconsce
Dove l’arcano...
È magica
naturalezza
Vestendosi di
quegli «“Anelli” di Magia».
Proprio «tu» che
«mi» hai offerto...
Attimi che nel
«mio» cuore...
Profumano di
sublime eternità
E senza pensar«ci»
un po’ su
Veicoli di
‘contatto’ tra «me» e te»,
In giorni che
sembravano secoli
E che nell’immenso
luccicore...
Dell’ultimo momento
vissuto da sempre...
Tutti i singoli e
distinti «intrecci» d’Amore...
Son proprio
lo stesso Amore
Che non rigetta
nell’oblio...
La passata ed
essenziale inquietudine.
Il «nostro» Amore è
autentico
Non affiora da
parventi estraneità
Bensì sorge dalla
trasparente Fonte
Di luci colorate
E che sgocciola
sempreverdi praterie
Fiori bagnati dalla
Bianchezza.
Questo è il non più
vertiginoso...
Senso infinito
dell’«“Io” e “Te”»
L’Amplesso che qui,
sulla Terra...
Forse nessuno ne
immagina l’essere.
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